Testo di presentazione delle opere esposte
alla mostra collettiva Arte, colori ed emozioni. Il racconto dei
maestri artigiani della Romagna. organizzata dall’associazione Il
Lavoro dei Contadini alla Rocca di Forlimpopoli, in occasione della Festa
Artusiana 2018.
I colori dell'intreccio
L’Italia custodisce un grande patrimonio
di biodiversità, che si ritrova anche nella cultura artigianale che
utilizza le piante come risorsa.
L’arte di intrecciare vegetali, antica
quanto l’uomo, riflette in maniera evidente la varietà degli ecosistemi e
dei paesaggi italiani: infatti, più che costituire una tradizione
unitaria, è un mosaico di tradizioni regionali e locali, che impiegano
molte piante diverse, erbe, arbusti e alberi, spontanei e coltivati.
Inoltre, trattandosi di una forma
d’artigianato molto vicina alla natura, che trasforma ben poco le sue
materie prime (rami, steli, foglie), questa varietà salta all’occhio come
una tavolozza ricca di sfumature.
Per i manufatti qui esposti sono state
utilizzate piante locali, tipiche della tradizione romagnola: non si
tratta, certamente, di un campionario esaustivo, né esclusivo della nostra
regione.
Salici (Salix spp.)
Il genere Salix è l’indiscusso
protagonista della cesteria europea, con numerose specie e varietà adatte
a questo tipo di lavorazione. Le specie più comuni nelle nostre zone sono
S. alba, purpurea, viminalis, e relativi
ibridi. I giovani rami si impiegano così come sono (dopo essere stati
seccati e successivamente reidratati), oppure decorticati con vari
procedimenti. L’essiccazione e l’ammollo in acqua trasformano il colore
della corteccia, che può diventare ocra, marrone chiaro o rossiccio, verde
cupo, grigioverde, bruno… Invece il salice sbucciato è lucido, di colore
bianco candido oppure leggermente ambrato.
Salix alba, o salice bianco, o
vinco (vènc) viene piantato a capofila nei vigneti (per legare le
viti) e lungo i fossi (per sostenere le rive), e allevato a capitozza: il
colore della sua chioma spoglia, in inverno, vira dal giallo intenso
all’arancio.
Salix viminalis, coltivato allo
stesso modo del salice bianco, ha rami più lunghi e robusti, di colore
verdastro.
Salix purpurea, o salice rosso, o
brillo (brèl), è diffuso allo stato spontaneo lungo i corsi
d’acqua; i rami giovani, lunghi e sottili, virano dal rosso al verde.
Vitalba (Clematis vitalba)
La vitalba è una liana autoctona
appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, ampiamente diffusa nei
boschi e nei terreni incolti. In Romagna veniva impiegata tradizionalmente
per la tessitura del gavagn, il cesto ovale o tondeggiante utilizzato per
la raccolta della frutta. Le liane decorticate, lunghe e nodose, sono di
colore chiaro, opaco.
Ulivo (Olea europaea)
Albero simbolo della flora mediterranea,
l’ulivo viene intrecciato soprattutto nelle regioni centro-meridionali,
più raramente al nord. Il suo colore grigio-argenteo è inconfondibile.
Sanguinello (Cornus sanguinea)
Il sanguinello è un alberello di modeste
dimensioni, diffuso allo stato spontaneo in pianura e in collina, a volte
coltivato a siepe. Il suo legno, bianco e duro, veniva utilizzato per fare
spiedi e bocchini per pipe, mentre per l’intreccio si utilizzano rami di
uno o due anni, che virano dal rosso porpora al verde a seconda
dell’esposizione solare.
Arianna Ancarani
tramedelbosco.it

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